martedì 9 dicembre 2008

09.12.08 - Il nemico del mio nemico

Le organizzazioni fondamentaliste islamiche pakistane hanno nella questione del Kashmir uno dei loro cavalli di battaglia: una regione musulmana in mano al governo indù di Nuova Delhi, teatro di scontri e (in passato) di guerra, da cui si reclutano nuovi martiri e nuovi guerriglieri senza fatica e per conquistare la quale alla vera fede si raccolgono appoggi e finanziamenti in tutto il Paese.
Consci della situazione, il governo indiano (ora di nuovo in mano al partito del Congresso, dopo un brutto periodo con i nazionalisti indù in sella) e il governo pakistano (finalmente liberatosi del peso di Musharraf, divenuto insostenibile anche per l’alleato americano) si erano messi di buona volontà a discutere per trovare una qualche soluzione: era anche balenata l’ipotesi di una specie di cosovranità, una larghissima indipendenza che risolvesse le tensioni nel Kashmir permettendo agli abitanti di raggiungere i parenti e i membri delle loro tribù nei due paesi vicino quando ne avessero necessità.
Guarda caso, un gruppo terroristico ha colpito a Mumbai e ora il governo indiano reagisce “con durezza”, interrompendo il dialogo col Pakistan. Esattamente quello che i terroristi volevano…

Messa così, sembra una storia già sentita: ma il risultato elettorale indiano (si eleggevano i governatori di vari stati importanti) mette tutto sotto un’altra luce. Il partito del Congresso, nonostante l’ampia risonanza degli attacchi di Mumbai, strappa ai nazionalisti degli stati. Forse la risposta caparbia, l’interruzione delle trattative, è stata un’abile mossa per non farsi scavalcare in “durezza” dai nazionalisti proprio all’alba del voto? Parrebbe di sì e ora un partito del Congresso rafforzato potrà riaprire, con tempi e modi acconci, le trattative. Le prospettive sono ottime: da un lato, il governo indiano ci tiene a risolvere la questione per potersi dedicare ai problemi interni; dall’altro, il nuovo governo civile pakistano non vede l’ora di liberarsi della scomoda presenza dei militari e una pace duratura con l’India è quello che ci vuole, in questo intento appoggiato dagli U.S.A.

Risolvere la questione del Kashmir è un passaggio necessario per affrontare il problema del fondamentalismo in Pakistan, fondamentalismo che è fonte di uomini, denaro e armi per i talebani in Afghanistan. Se davvero il partito del Congresso e i suoi alleati riusciranno a non cadere nel circolo vizioso del “non ti parlo se mi attaccano”, sarà un punto di svolta per tutta l’Asia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

interessante.. ma i dati sulle elezioni regionali indiane dove si trovano?? ciao cdg

RedRose ha detto...

Oltre al link nel post, c'è questo di Reuters:
http://www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2008-12-08T114736Z_01_MIE4B706D_RTROPTT_0_OITTP-INDIA-ELEZIONI-FOTO-TV.XML

I siti governativi invece, non sono ancora aggiornati con dati definitivi. Appena posso, aggiorno.