sabato 20 dicembre 2008

20.12.08 - Le opportunità

Mi ero dilungato sulle decisioni del governo indiano dopo gli attacchi a Mumbai, oggi il New York Times fornisce un altro tassello perfettamente combaciante. Il Kashmir ha bisogno di una soluzione politica, non di forze di sicurezza.

Il Kashmir musulmano e indipendentista, sul confine col Pakistan e occupato dalle truppe indiane, è stato per anni la Palestina orientale: il luogo che giustificava le azioni degli estremisti, nel quale si potevano reclutare giovani per le forze di combattimento islamiste e che garantiva nel suo essere 'caotico' delle opportunità per il traffico e i commerci illegali. Ovviamente oggi l'attenzione del mondo si concentra sull'Afghanistan, dove di nuovo truppe occidentali (agli occhi degli afghani, lo erano pure i russi) appoggiano un governo debolissimo e riescono a far rispettare le sue leggi solo dentro le città o nei territori militarmente controllati da alcune minoranze etniche alleate, ma finiscono sotto fuoco incrociato se osano avventurarsi all'esterno di queste enclave. Eppure il Kashmir è tutt'ora la chiave di volta del problema regionale.

Se si risolve la questione kashmira, in qualsivoglia modo, allora i militari pakistani non potranno più usare le tensioni con l'India per imporsi alle autorità civili e queste autorità civili non dovranno più cercare strategicamente l'appoggio di partiti fondamentalisti con largo sostegno popolare per stare in piedi.
Se il Pakistan si stabilizza, potrà affrontare i fondamentalisti casalinghi e mettere i bastoni tra le ruote a chi finanzia e appoggia i talebani afghani.

Non sarebbe di per sè risolutivo, una delle altre questioni chiave è il controllo dei confini in mano alle tribù montanare, ma sarebbe già un passo avanti e potrebbe aprire uno spiraglio alla soluzione politica adombrata dai pezzi grossi dell'esercito americano: allargare il governo ai pashtun spezzandone l'unità, anche a talebani 'moderati' disposti a por fine ai combattimenti, riconoscendo una virtuale separazione del Paese ma creando le condizioni per la ricostruzione e per un generale miglioramento della vita degli afghani, prerequisito per una pace duratura.


(Se amate la politicaccia nazionale, leggetevi la nuova finanziaria e ridete, io piango.

venerdì 19 dicembre 2008

19.12.08 - Pacche sulle spalle

Su col morale, avere fiducia fa bene all'economia. Lo sottolinea il Presidente del Consiglio dei Ministri. Se lo dice il padrone dei media italiani, che controlla ora la televisione pubblica e fa "vigilare" sulle sue attività un suo uomo sotto le mentite spoglie di membro dell'opposizione, c'è da star sereni. Saremo sommersi dalla fiducia.

giovedì 18 dicembre 2008

18.12.12 - La casa dei riformisti

Prendiamo la Notizia con la "n" maiuscola di questi giorni e rigiriamola, mettiamola sottosopra. Non m'importa sapere quanti amministratori corrotti ci sono nel PD: di sicuro qualcuno che non verrà beccato c'è, così come sicuramente anche altri partiti hanno delle magagne che riescono o meno a nascondere.

Quello che mi interessa è capire come mai questi potenti locali abbiano deciso di "investire" sul PD per condurre i loro affari e dare strumenti addizionali al loro preesistente potere. Cosa ha reso il Pd la casa, più che dei riformisti, di questi corrotti e corruttori?
E ancora: era così da sempre ed è cambiato qualcosa, si è resa palese una cosa nascosta, oppure le cose sono cambiate? Se sono cambiate, cos'è cambiato?

Con lo sguardo poco obiettivo del militante, credo che sia cambiato qualcosa: che aver aperto la porta ai 'moderati', portatori di interessi particolari più che di istanze sociali, abbia reso il PD un luogo dove chi vuole perseguire interessi privati può farlo sotto gli alibi della modernità, del riformismo, della politica non ideologica. Non dico che sia impossibile perseguire interessi privati e riempirsi le tasche all'interno di un partito socialista, assolutamente no, ma dico che in un partito socialista gli ostacoli sono tanti e i corrotti saranno quasi tutti "homegrown", persone nate e cresciute al suo interno e per questo conosciute e conoscibili, mentre nel partito moderato aperto alle istanze particolari i corrotti estranei accorrono a frotte, trovando l'ambiente ideale per condurre i loro affari.

mercoledì 17 dicembre 2008

17.12.08 - Forze nuove

Sindaci, parlamentari e amministratori del PD indagati, inquisiti, arrestati. Contro questa vecchia politica, intervengono con decisioni i Giovani Democratici, che il 20 Dicembre convocano la loro Assemblea Costituente dopo le votazioni di un mese fa.

1) I risultati ufficiali non si hanno ancora, chi saranno i convocati? Eppure il segretario eletto, Fausto Raciti, non sembra preoccuparsene.

2) I lavori dureranno sei ore, i convocati sono 1000 e il luogo deputato ad ospitarli ha 750 posti. Si tratta di una scelta sensata: mille persone in sei ore non discutono di nulla, quindi molti decideranno di non venire.

3) La comunicazione dell'assemblea non è mai arrivata, chi si è informato ha scoperto pochi giorni fa che sarà il 20, ultimo week-end prima delle vacanze.

4) Il principale candidato d'opposizione, Giulia Innocenzi, ha dovuto scrivere lettere pubbliche per ricevere, alla fine una telefonatina in cui la si invitava a presenziare...

Un'Assemblea non rappresentativa, non propositiva, senza spazio per la discussione. Non lamentiamoci dei corrotti, non lamentiamoci dei poltronari cinquantenni: stiamo allevando dei degni sostituti.

martedì 16 dicembre 2008

16.12.08 - Ha vinto ancora

Il capo del Governo ha vinto ancora. Festeggia in Abruzzo, dove non solo elegge un suo uomo, ma vede anche crescere con decisione l'appoggio a Di Pietro, l'opposizione più gradita: quella che concentra i riflettori su di lui e non sulle magagne della sua azione di governo, quella che grida e spacca il fronte dell'opposizione e fà felici gli elettori di sinistra senza lasciare traccia.

Dagli amici mi guardi Iddìo...

Il PD si avvia così al 19 Dicembre in reale crisi. Veltroni è debolissimo (non che sia mai stato forte), ma le varie alternative per ricoprire la sua carica richiederebbero di contarsi, e non sia mai... la sua debolezza è la sua forza, chi altri potrebbe occupare una sedia che va occupata senza essere minaccia per nessuno?

(Non mi scordo quel che successe in Abruzzo e quanto il PD paghi quello scandalo. Ma come ho detto due giorni fa, era coinvolta gente da ambo le parti e il capro espiatorio pare si candidi con Berlusconi alle elezioni europee... io so, ma gli altri sanno?)

lunedì 15 dicembre 2008

15.12.12 - Enti inutili irrinunciabili

In campagna elettorale se ne dicono tante, nel filone del taglio delle spese inutili la destra puntò il dito sulle province promettendo di eliminarle. Posizione apprezzata da larga parte dell'elettorato, quindi una buona scelta di marketing elettorale. Era la stessa destra che aveva appoggiato la creazione di nuove provincie nel 2001-2006, ma è dell'uomo sia l'errare che cambiare idea.

Oggi, con la scure governativa che si abbatte sui punti deboli della spesa pubblica (non necessariamente sulle spese inutili, ma su quelle più facili da tagliare, che siano utili o meno) e col ministro Brunetta che imperversa a caccia di fannulloni e pigroni nella pubblica amministrazione, le dichiarazioni sulle province sono una ventata di aria fresca: "non si toccano finchè la Lega sta al Governo", dice Bossi (che vede il Carroccio presiedere 6 provincie ma nessuna grande città); "vanno tolte ma non si può fare in questa legislatura" dice Brunetta (alla faccia della maggioranza di cento deputati assegnata per legge, che vuole, il partito unico?). Ora li riconosco!

Non mi aspetto che il PD conduca una seria battaglia per l'abolizione: se ci tenesse, potrebbe essere un'interessante riforma bipartisan. Ma su quelle poltrone non siede solo la destra. Purtroppo, come spesso succede, si guarda al vantaggio assoluto e non a quello relativo: le nuove provincie sarde sono state appoggiate dal governo di destra del 2001-2006 con chiaro intento di gerrymandering, per qualche poltrona in più a noi vale la pena farne avere tante in più a loro? Poltrone e portafogli, portafogli e spese, spese e clientele, clientele e voti...

domenica 14 dicembre 2008

14.12.12 - Calma non piatta

Sembra che questa domenica non succeda nulla di particolarmente interessante.
Dall'Abruzzo giunge un format noto: un importante amministratore della cosa pubblica è accusato di corruzione, insieme ad altri; il suo partito lo scarica (coda di paglia o convinzione che sia colpevole?); i rivali politici si preparano a sostituirlo, alle elezioni, candidando gente coinvolta nei fatti ma incentrando la campagna stampa su di lui e sulle sue colpe, per danneggiare il suo ex-partito; lui ringrazia e si prepara ad unirsi a loro appena avran vinto.
E la gente? La gente non sa nulla e non vede nulla.

Vi faccio un favore se non mi dilungo, sinceramente.